In Campania la Tammurriata si balla in onore della Madonna. Tra riti e tradizioni il prossimo appuntamento sarà il 15 agosto al Santuario di Materdomini (Salerno)

 Dal mese di aprile fino a settembre in Campania si festeggiano le più importanti feste dedicate alla Vergine Maria. Queste sono accompagnate da Tammurriate, (il canto e il ballo sopra i tamburi), danze rituali, ballate in onore di sette Madonne Cristiane.

Il culto della tammurriata e delle sette madonne, sorelle tra di loro, è la continuazione di un sapere custodito fra i campi e tramandato intorno ai focolari da contadini e pastori: una tradizione che muta nelle forme esteriori ma resta sempre fedele a sé stessa nella sostanza.

La storia

Le origini della tammurriata si perdono nella notte dei tempi ma affondano le proprie radici nelle arcaiche danze greche e in quelle dei sanniti, antiche popolazioni campane. Come gran parte dei culti mariani, questo evento coreutico vede le sue origini in riti pagani legati alla venerazione della Madre Terra e volti a propiziare un buon raccolto.

Gli strumenti

La tammorra è uno strumento musicale percussione. È un tamburo a cornice costituito da una membrana di pelle d'animale (capra o pecora) tesa su telaio circolare di legno, quello dei setacci per la farina, al quale sono fissati, a coppie, dischetti di latta detti ciceri o cimbali (dalla Dea Cibele). Il telaio sopra il quale è stesa la pelle viene generalmente impugnato dal basso dalla mano sinistra, mentre la destra la percuote ritmicamente.                                 La testimonianza del carattere rituale di questa danza sono le castagnette, fatte in legno di castagno o limone.   La loro forma ricorda la sagoma di un cucchiaio senza manico. Legate a coppia con dei laccetti e battute una contro l’altra, producono un suono secco che scandiscono il ritmo della musica. In omaggio all’origine marina, la loro forma è quella di una conchiglia.

Il mito di Cibele

Secondo gli storici le castagnette accompagnavano già le danze popolari dell’Antica Roma, durante i riti in onore di Cibele, madre di uomini e Dei. Divinità ambivalente, simboleggiava tra i greci la forza creatrice e distruttrice della Natura. Il mito racconta che la Dea, pur essendo vergine, partorì un figlio, Attis. Il giovane decise di diventare sacerdote della divinità, ma si rese conto di amare sua madre e, per di non commettere incesto, si evirò.

Le sette Madonne

La tradizione del popolo campano venera sette Madonne in sette Santuari diversi dove vengono onorate con riti e preghiere differenti. Le Vergini prendono il nome dai luoghi a cui sono legate o dagli attributi che le caratterizzano.

  1. La Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia (Napoli)
  2. La Madonna Pacchiana di Castello di Somma Vesuviana (Napoli)
  3. La Madonna delle Galline di Pagani (Salerno)
  4. La Madonna dei Bagni di Scafati (Salerno)
  5. La Madonna dell’Avvocata di Maiori (Salerno)
  6. La Madonna di Materdomini di Nocera Superiore (Salerno)
  7. La Madonna di Montevergine (Avellino), detta anche madonna dei ‘femminielli’, protettrice degli omosessuali che sono i suoi principali celebratori: le origini della festa sono pagane e legate al mito di Attis e Cibele.

Tutti questi santuari sono meta di migliaia di pellegrini i quali, dopo la celebrazione della messa, si accalcano sul sagrato delle chiese abbandonandosi alla Tammurriata.

Il periodo

Le feste iniziano nel periodo della Pasqua con i festeggiamenti del Lunedì in Albis per la Madonna dell’Arco, la domenica dopo Pasqua per la Madonna delle Galline, e si concludono il 12 settembre con la Madonna di Montevergine. Si celebra così il ciclo di inizio della primavera fino alla fine dell’estate che si collega con il rituale propiziatorio delle feste, dedicate al ciclo naturale delle stagioni e al rinverdire e fiorire dei campi e dei prodotti della terra.

Sette tammurriate

Così come cambiano le caratteristiche delle madonne, le usanze e le flessioni dialettali, così mutano gli stili delle tammurriate che, come le Madonne, sono sette:

  1. La Tammurriatadell’agro nocerino: è una vera e propria danza di corteggiamento. A Scafati, la canzone che accompagna la danza è di origine pagana e racconta la triste storia di una fanciulla che nasce, come Venere, in mezzo al mare, divenendo presto preda dei pirati.
  2. Le Sommese sono caratterizzate da uno stile e ritmo più serratonell’esecuzione dei passi.
  3. La Terzignese viene ballata in una pineta ai piedi del Vesuvio.
  4. La Giuglianese, del paese di Giugliano (NA),necessita dell’ausilio di uno strumento a fiato chiamato «’o Sisco» che ricorda i liuti suonati dai satiri. Affiancandosi al tamburo, imita il canto degli uccelli sottolineando un’affascinante sfida fra uomini.
  5. Anche quella dell’Avvocataè una tammurriata di sfida. Tra i bivacchi dei pellegrini, si formano cerchi di uomini che suonano a più tammorre un ritmo cadenzato.
  6. Pimonte(NA), è eseguito il canto e il ballo dei Monti Lattari, uno stile con poche variazioni nei passi, ma ostico nel ritmo, a causa del particolare suono della tammorra.
  7. ’O ball’ ’e l’urzo, è un canto e un ballo che si credeva dimenticato e che, invece, è prepotentemente tornato fra i giovani di Marcianise (CE).

La Tammurriata è un racconto danzato nel quale morte e vita, sesso e sfida, amore e lotta sono indissolubili: ciascun binomio forma una unità narrativa.

L’evento di Ferragosto

A Materdomini, piccola frazione del comune di Nocera Superiore (SA), fervono i preparativi della festa del Santuario dedicato appunto alla Madre del Signore (latino Mater Domini).

Secondo la tradizione, il ritratto della Vergine fu ritrovato nel 1041 da una contadina di nome Caramarì, cui apparve la Madonna chiedendole di scavare sotto una quercia, dove avrebbe trovato la sua effige. Dopo giorni di ricerche, la Sacra Icona fu ritrovata in una cisterna, fra due lastre di marmo: da allora fu oggetto di pellegrinaggi grazie ai tanti miracoli compiuti.

Il clou della festa è previsto nella notte tra il 14 e il 15 agosto, con migliaia di fedeli in pellegrinaggio per pregare e onorare la Madonna con canti e balli a suon di tammorre che si prolungheranno fino all’alba, offrendo una magica notte di fede e tradizione.

A contorno, le degustazioni enogastronomiche tra cui l’immancabile “palatella con la ‘mpupata”, un piccolo sfilatino di farina di frumento con le melanzane sott’olio e aceto che si abbina a delle acciughe sotto sale.

Tutti in pista dunque, tra balli, canti e sacralità che si mischiano con miti e leggende pagane. L’estate campana è anche questo: tradizioni e riti che rivivono ogni notte!