Napoli è, senza alcun dubbio, la capitale del lotto, il più famoso dei giochi pubblici italiani. Il lotto ha rappresentato e rappresenta un aspetto fondamentale della cultura napoletana.

Le origini e la storia del Lotto

Nato nel 1539 a Genova, dalle scommesse sui candidati al Senato, si diffuse un po’ in tutta l’Italia (Piemonte, Veneto, Stato Pontificio, Regno delle due Sicilie…) In particolare, il gioco del Lotto giunse a Napoli nel 1682, quando il popolo napoletano si divertiva a scommettere su tantissimi avvenimenti: sul sesso dei bambini che stavano per nascere, sulle catastrofi, sulla morte di personaggi politici ecc… Nell’Ottocento Napoli ne divenne la capitale. Basti pensare che il popolo napoletano era così fermamente convinto che tutta la realtà potesse tradursi in numeri da giocare, che il governo spesso sospendeva le scommesse, per evitare che le casse dello stato potessero fallire.

La Smorfia

Per giocare i numeri giusti, i napoletani si affidano alla Smorfia“il libro dei sogni”, il cui nome deriva da “Morfeo”, il dio greco dei sogni. Questo libro è composto da 90 numeri e si basa sulla credenza che ci sia una corrispondenza tra i sogni (e gli accadimenti della realtà) e i numeri. Secondo alcune teorie, l’origine della Smorfia è legata alla Cabala, la tradizione ebraica per cui nella Bibbia tutto ha un significato simbolico e la realtà stessa è un insieme di significati nascosti da interpretare. La Smorfia è un libro molto vicino alla tradizione orale: molte edizioni erano composte da figure esplicative perché nel Seicento non tutti sapevano leggere. Inoltre, tutti a Napoli l’avevano imparata a memoria e sapevano perfettamente “estrarre” da un sogno o da un accadimento i numeri corrispondenti. La passione napoletana per il lotto è tuttora viva e la Smorfia è ancora oggi consultata dai napoletani che sperano di vincere: il lotto, spesso, diventa un simbolo di speranza.

I numeri della Smorfia: qualche esempio

Ad ogni numero corrisponde un personaggio, una figura, un evento… 48: ‘o muorto che parla (il morto che parla) 10: ‘e fasule (i fagioli) 18: ‘o sanghe (il sangue) 23: ‘o scemo (lo scemo) 25: Natale 42: ‘o cafè (il caffè) 52: ‘a mammà (la mamma) 55: ‘a museca (la musica) 72: ‘a meraviglia (la meraviglia) 75: Pulcinella 90: ‘a paura (la paura)

Dimensione divina e soprannaturale della smorfia

Il gioco del Lotto è strettamente connesso alla dimensione divina e soprannaturale: spesso, infatti, sono proprio i santi, Gesù, la Madonna o i propri cari defunti a dettare i numeri nei sogni. In particolare, il santo del lotto è San Pantaleone, protettore delle ragazze future spose, alle quali suggerisce i numeri, affinché queste li giochino e, con la vincita, possano farsi la dote. Secondo la credenza, le ragazze pregavano il santo per nove sere consecutive e, alla nona notte, si udivano dei passi e un bastone che batteva a terra: il numero dei colpi corrispondeva ai numeri da giocare. Si dice anche che le anime del Purgatorio appaiano in sogno ai vivi che si prendono cura di loro con le preghiere, per suggerire i numeri. Una figura a metà tra la dimensione reale e soprannaturale è quella dell’assistito: colui che è in grado di interpretare i sogni e gli eventi, attribuendo ad essi un numero. Spesso entra anche in contatto con gli spiriti dell’aldilà, facendosi rivelare i numeri.