Napoli città d’arte, Napoli fonte inesauribile d’ispirazione, Napoli capoluogo dai mille volti, Napoli suddita, Napoli regina. La Santa e la battona, la serva e la padrona, Napoli romantica, Napoli surreale. Napoli che non smette mai di affascinare persone di tutto il mondo, grazie ai suoi scorci unici ed alla sue vedute incomparabili.

Nei secoli sono innumerevoli i pittori affascinati dalla città che hanno fissato i suoi vividi colori sulla tela.

Tra le opere dedicate all’immortale Partenope, balzano agli occhi 6 tele degli artisti più famosi della storia dell’arte, che hanno cercato di regalare ai posteri la prospettiva interioredi una delle città più affascinanti e controverse al mondo.

6 – Van Wittel, “Vista del porto di Napoli”

Gaspar Adrianevz Van Wittel, detto Gaspare Vanvitelli, è stato un pittore olandese naturalizzato italiano. Nel 1674 si trasferisce a Roma dove approdano artisti provenienti da tutto il mondo, numerosi sono olandesi. Grande artista vedutista, genere pittorico che si occupa di paesaggi ripresi dal vivo, a Napoli è ospite del Viceré spagnolo dal 1699 al 1702. Oggi si possono ammirare le sue opere al Museo di Capodimonte, nel palazzo Zevallos, nel Museo di San Martino e alla Reggia di Caserta, dove sono conservati i suoi disegni.

5 – Bruegel il Vecchio, “Veduta del porto di Napoli”

Detto il vecchio per distinguerlo dal figlio e dal nipote, anche loro artisti, Pieter Bruegel è un grande pittore olandese della prima metà del ‘500. Visita l’Italia e nel 1552 approda nella città borbonica dove realizza una Veduta del porto di Napoli”: in primo piano si svolge una battaglia navale che coinvolge diverse imbarcazioni. Lo sfondo è il Golfo di Napoli e il Vesuvio, raffigurati con un orizzonte rialzato, tipico degli artisti fiamminghi, che permette di dare un respiro particolarmente ampio all’ orizzonte. Vi si riconoscono diversi monumenti: Castel dell’OvoCastel Nuovo, la perduta Torre San Vincenzo e i moli semicircolari, elaborazione fantasiosa dell’autore. Nelle carte topografiche dell’epoca il porto risulta di forma rettangolare ma la modifica della realtà deriva forse dalla volontà di rendere la prospettiva più raffinata e dinamica.

4 – Van Pitloo, “Castel dell’Ovo dalla spiaggia”

Considerato tra i padri fondatori della Scuola di Posillipo, l’olandese Anton Sminck van Pitloo studia disegno nella città natale Arnhem per poi proseguire gli studi a Parigi, grazie a una borsa di studio offertagli da Luigi Bonaparte. Conclude nel 1811 l’iter accademico a Roma, tappa del grand tour obbligatorio per ogni artista. Dopo la caduta di Bonaparte, Pitloo decide di stabilirsi a Napoli dove apre una scuola d’arte diventando con gli anni il capostipite della Scuola di Posillipo. Le sue opere portano nell’arte paesaggistica del ‘800 una grande novità: mentre la tradizione mira ad una resa veritiera e documentaristica, l’artista ha una visione moderna e romantica della natura. L’osservazione diretta dei luoghi affina la sua sensibile attenzione alla luce e ai colori, quasi da impressionista, e rende tangibile la presenza di vive suggestioni personali.

3 – Turner, “Eruzione del Vesuvio”

Nel 1819 il pittore inglese Joseph Turner, noto come “il pittore della luce”, compie un lungo viaggio in ItaliaVisita Venezia, Roma e Napoli, rimanendo folgorato dai colori mediterranei, che donano al suo stile la svolta decisiva. Tra i lavori di quel periodo ci sono i dipinti di alcune vedute di Venezia, dove luce e colori sono i veri protagonisti. A Napoli realizza sette studi ad acquerello della città. Tre di questi sono vedute del Castel dell’ Ovo, monumento che aveva attirato un interesse particolare dell’artista.
“Eruzione del Vesuvio” rappresenta soprattutto la passione di Turner per il sublime, ma anche un vivo interesse verso una materia studiata molto negli anni dall’ artista.

2 – Renoir, “La baia di Napoli”

Nel 1881, in un momento di disorientamento creativo, Pierre-Auguste Renoir, pittore impressionista d’eccellenza, decide di venire in Italia per studiare l’arte antica e i maestri del Rinascimento. Fino ad allora ha praticato con passione la pittura “sul motivo” cogliendo con libertà la mobilità della luce, ma in questo momento avverte l’esigenza di rendere le forme in modo più incisivo, di approfondire il ruolo del disegno, della linea e della tecnica a olio. Il soggiorno italiano, conclusosi nel 1882, è un viaggio di lavoro e sperimentazione.
Renoir, conquistato dallo splendore della città partenopea, riesce ad immortalarla con sensibilità e maestria. L’opera La baia di Napoli” è la più vivida testimonianza della sua attività in Italia.

1 – Wharol, “Vesuvius”

È il 1975 quando Andy Warhol viene per la prima volta a Napoli su invito del gallerista Lucio Amelio: inizia così non solo un sodalizio perfetto tra la città borbonica e quella di New York, ma anche un’avventura artistica sullo sfondo del Vesuvio. Il monumento di questa unione è Fate presto”, nato all’indomani del terremoto in Irpinia del 1980. Warhol, coinvolto da Amelio nel progetto “Terrae Motus”, farà della gigantografia tratta dalla drammatica prima pagina del Mattino: una lapide eterna.
Il padre della Pop Art adora i vicoli della città ed è attirato in particolare dai femminielli, versione partenopea delle drag queen newyorkesi. Gustose chicche sono le Napoliroid, scattate da Warhol in giro per la città con la sua inseparabile Polaroid“Vesuvius”, rivisitazione pop dell’eruzione del Vesuvio, è l’immagine simbolo di una città vivida e piena di colori ancora da sperimentare.