Il Rione Sanità a Napoli

Per anni escluso dai tradizionali itinerari turistici, nel Rione Sanità troviamo un autentico patrimonio di “napoletanità”, incarnazione di tutte quelle che sono le contraddizioni di una città come Napoli.

Il rione Sanità appartiene alla Municipalità 3 Stella-San Carlo all’Arena. Corrisponde ad un’area ubicata a Nord delle mura vicereali di Napoli e precisamente a Nord del Borgo dei Vergini fino alle falde della collina di Capodimonte. Inizia da Piazza Vergini e comprende la zona di Via Sanità, Piazza Sanità, fino alla zona dell’ospedale S. Gennaro detto dei Poveri.

La storia del Rione Sanità

Il Rione Sanità, ancor prima della sua esistenza così come lo conosciamo è stato luogo in cui la vita e la morte si incontravano. Già in epoca greco-romana il suo vallone veniva utilizzato come luogo di sepoltura dove sorgevano ipogei ellenistici e catacombe paleocristiane. È quindi fin da subito stretto il legame tra uomo e morte, legame che perdurerà nei secoli, come dimostra il Cimitero delle Fontanelle, adoperato per ospitare le vittime della grande peste del 1656.

Il suo nome lo si deve all’eccellente qualità dell’aria che nel 1500 lo rendeva una delle zone più incontaminate di Napoli ed era noto proprio per la sua salubritas, grazie alle campagne che lo circondavano e alle catacombe in cui avvenivano guarigioni miracolose. Vi si trovava anche un lazzaretto per appestati, molto utilizzato durante la peste nel 1652 e che oggi è diventato l’Ospedale di S. Gennaro dei Poveri.

È attualmente una delle zone più popolari della città, ma inizialmente fu costruito per dare residenza alle famiglie nobili e ai borghesi più facoltosi, testimonianza ne sono gli eleganti Palazzo dello Spagnolo e Palazzo San Felice.

Nel XVIII sec. le sue strade diventarono il percorso della famiglia reale dal centro della città alla Reggia di Capodimonte. Perché il percorso risultava particolarmente tortuoso, si ritenne necessaria la costruzione di un collegamento diretto tramite un ponte che causò in un certo modo l’isolamento del quartiere dandone la percezione di una “periferia al centro di Napoli”.


Sono nato nel Rione Sanità, il più famoso di Napoli.
Totò - Antonio De Curtis

Il ponte della Sanità

È proprio il Ponte della Sanità a contenere l’ ”essenza” dell’intero Rione: in apparenza può sembrare lontano dal centro, quando in realtà si trova in una posizione centrale di Napoli. Si può essere più contraddittori?

Il Ponte Sanità, anche conosciuto come Ponte della Maddalena Cerasuolo, è la prima cosa che colpisce quando si arriva nel Rione: lo scavalca completamente, sovrastando le casa e tagliando letteralmente gli edifici circostanti. I lavori per la sua costruzione cominciarono ad inizio ‘800 con Giuseppe Bonaparte e continuarono con Gioacchino Murat.

Il risultato in termini di viabilità fu notevole ma disastroso per il quartiere che via via venne sempre più tagliato fuori dalla vita della città e diventando noto, per gli stessi napoletani, come zona pericolosa e di malavita.

Negli anni si è quindi lavorato per una riqualificazione del patrimonio artistico e umano del quartiere. L’isolamento ha in qualche modo aiutato a conservare le tradizioni e la spontaneità tipiche del Rione, non contaminato dal tram-tram della città.

Camminare per il Rione Sanità vuol dire: gente in giro a qualsiasi ora, musica che si sente nei vicoli, odori di ragù e melanzane. Mettete da parte timori e dubbi e affidatevi al Quartiere, sarete accolti!


Stella (Rione Sanità)

Cosa vedere al Rione Sanità

Il Rione Sanità è museo a cielo aperto e pura iniezione di napoletanità. Basterebbe anche solo girare per il quartiere senza avere una vera meta e trovare posti affascinanti, però le cose da vedere sono davvero tante e valgono tutte la pena. Quindi andiamo a parlarne nello specifico…

Il Borgo dei Vergini nel quartiere Sanità a Napoli

Il Borgo dei Vergini, anche detto borgo barocco per il suo stile architettonico, è la prima zona che si incontra (provenendo da via Foria) prima di entrare nella Sanità vera e propria.

Si tratta di un’animatissima zona della città, costituita dalla via dei Vergini, sede di uno dei mercati all’aperto più frequentati della città dove è possibile acquistare merce di ogni tipo.

La storia che ha dato vita al nome del borgo ha radici in epoca tardo-classica, ed è legata ad una confraternita religiosa greca che un tempo abitava il quartiere: gli Eunostidi (una comunità di uomini “vergini” dedita alla temperanza e alla castità).

Passeggiando all’interno del Borgo si possono ammirare alcuni dei palazzi e delle chiese barocche più importanti.


I palazzi di Rione Sanità

Proprio sulla piazza del Borgo dei Vergini, nascosto tra le file di bancarelle del mercato si trova il celebre e bellissimo Palazzo dello Spagnolo.

Perché “dello Spagnolo”? Perché la famiglia che lo fece costruire, la famiglia Moscati, andata in fallimento, lo cedette a Tommaso Atienza detto appunto lo Spagnolo.

Il palazzo oggi è privato e non vi si può accedere, ma se non date fastidio e chiedete gentilmente di scattare una foto non vi sarà negato il permesso.

Venne costruito nel 1738 da Ferdinando Sanfelice che realizzò anche il vicino Palazzo Sanfelice, molto simile a Palazzo dello Spagnolo, ma meno ricco.

Palazzo Sanfelice è celebre per le sue scalinate intrecciate e impreziosite da giochi d’archi e prodezze architettoniche che ne conferiscono una sensazione di leggerezza. Ad ogni rampa varia il punto di vista, quindi consiglio di non limitarsi ad osservarlo dal cortile.


I sotterranei del Rione Sanità: le catacombe

Entrando nelle catacombe si entra in quello che viene detto il “rione sotterraneo”. A pochi metri sotto il livello della strada c’è una vera città sotterranea.

Le Catacombe di S. Gennaro e S. Gaudioso e le minori di S. Severo, sono una testimonianza delle origini del rapporto della città con la fede cristiana, veri e propri cimiteri sotterranei dove l’oriente incontra l’occidente e il sacro si fonde nel profano.

Nelle Catacombe di San Gennaro non trovate solo storia e bellezza, ma trovate la forza di volontà di Napoli. Queste catacombe erano abbandonate, poi nel 2006 i ragazzi del quartiere, con la guida del parroco Don Antonio Loffredo, le hanno pulite, sistemate e trasformate in un’eccellenza turistica.

A differenza delle catacombe romane, le catacombe di Napoli sono ampie e con grandi camere, quindi c’è un’ottima areazione e la discesa è facile anche per i bambini. La temperatura è sui 15-22 gradi. La visita si articola su due livelli, ci sono circa tremila sepolture, tra cui la tomba di S. Gennaro.


Le Chiese e le basiliche del Rione Sanità

Congiunzione tra il Rione di superficie e quello sotterraneo sono le basiliche del Rione Sanità, porte d’ingresso delle catacombe.

Si inizia dalla basilica paleocristiana di S. Gennaro Extra Moenia, che dopo anni di abbandono è tornata a mostrare la sua bellezza austera ai visitatori delle catacombe e ai partecipanti di tanti eventi che ospita.

Il cuore del Rione è sicuramente la basilica barocca di S. Maria della Sanità, punto d’accesso alle Catacombe di S. Gaudioso. Subito riconoscibile per la sua cupola con le maioliche gialle e verdi che si vede dal ponte della Sanità.

All’interno della chiesa sono molte le opere di grande interesse, ma l’attenzione è senza dubbio catturata dal pulpito, piuttosto centrale nella cattedrale, con alle sue spalle, ancora più appariscente, lo scalone monumentale barocco che conduce alla zona absidale, e con sotto la cripta, primo antico nucleo del luogo di culto.

La chiesa è dedicata a S. Vincenzo, anche soprannominato l’Angelo dell’Apocalisse, raffigurato con le ali, la tromba e il libro della Bibbia. Nella navata centrale del santo si trova una statua con le ali vere molto venerata dai fedeli.

In una cappella accanto all’altare c’è anche la Madonna della Sanità, la più antica raffigurazione di Maria in Campania (V-VI sec.).


Il Cimitero delle Fontanelle: leggende, storie e tradizioni

Lasciate le catacombe ci si incammina, attraversando una parte del rione, verso il Cimitero delle Fontanelle.

Questo sito divenuto famoso per la grande quantità di ossa che si trovano, in origine non nacque come luogo di sepoltura, ma era una cava di tufo che, al termine dell’estrazione, venne abbandonata nel 1600. Il nome Fontanelle si deve alla presenza in quest’area, in passato, di molte sorgenti naturali.

A seguito della peste del 1656 e successivamente del colera nel 1836, per fare spazio nei cimiteri, le ossa riesumate vennero trasferite e accantonate qui alle Fontanelle.

Tramutato di fatto in un cimitero, questo vasto ossario cominciò ad attirare molti fedeli che giungevano per rendere omaggio ai defunti. La forte componente superstiziosa della cultura locale ha pian piano portato a credere che le “capuzzelle”, ovvero i teschi dei defunti, potessero portare del bene alla persona che se ne fosse presa cura. Nacque così il culto delle “anime pezzentelle” che prevedeva l’adozione e la cura di “teschi abbandonati” in cambio di grazie. Una volta scelto il teschio da adottare, lo si puliva in una teca di marmo o, per chi non poteva permetterselo, una scatola. L’anima del teschio prescelto e la persona che l’aveva adottato comunicavano attraverso il sogno: il defunto chiedeva preghiere, elargendo in cambio grazie o numeri da giocare al Lotto.

Alcuni di questi teschi sono persino divenuti famosi. È il caso degli sposi, che giacciono in una stessa bara coperta da una lastra in vetro, oppure della Piangente Concetta, un teschio che spesso si presenta imperlato da goccioline d’acqua interpretate come fossero sudore dovuto allo sforzo di accontentare le preghiere, o ancora il Capitano, del quale si narrano bizzarre gesta.

Consiglio di visitare il Cimitero delle Fontanelle con una guida, che ti consentirà di conoscerne meglio gli avvenimenti e le storie ad esso legati.


Il Rione Sanità è stato un set a cielo aperto per riprese di film famosi

Il Rione Sanità, come del resto Napoli tutta, è fortemente legato al mondo artistico e cinematografico. Qui sono stati girati alcuni dei film più celebri della cinematografia italiana, come: L’Oro di Napoli; Ieri, oggi e domani, alcune scene della terza stagione di Gomorra.

Legatissimo alla Sanità è il principe della risata Totò, che nacque qui e vi visse fino all’età di 24 anni, per poi trasferirsi con tutta la famiglia a Roma. La casa si trova al civico 109 di via S. Maria Antesaecula, già da qualche tempo appartiene a privati, ma anche solo passare fuori il luogo di nascita dell’artista suscita una grande emozione.

Parlando di Totò, non possiamo di certo non parlare anche del Nuovo Teatro Sanità, realizzato all’interno di una chiesa settecentesca rimasta abbandonata per decenni. Questo teatro, oltre a colpire per la sua bellezza, è diventato punto di ritrovo e di crescita per i giovani del quartiere.

Nel Rione Sanità è possibile sentire la “vera Napoli” e allo stesso tempo una forte internazionalità. È un quartiere che crede nel potenziale umano e ha voglia di riscatto e di bellezza. Un esempio sono i suoi meravigliosi murales che si moltiplicano giorno dopo giorno e contribuiscono a comunicare valore e speranza.

Insomma, il Rione è praticamente una città nella città, un insieme di realtà che non puoi assolutamente perderti se decidi di visitare Napoli.