In giro per Caserta: la “nobiltà” fuori la Reggia

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Piazza Vanvitelli a Caserta

Caserta in quanto sede della Reggia Borbonica doveva far trasparire un certo lustro e una certa raffinatezza e questo ha reso il centro cittadino un luogo dall'aspetto ricco. Il centro di Caserta, infatti, ancora oggi ha un aspetto molto elegante e piacevole, pieno di negozi, caffetterie, chalet, alberghi e banche.

Corso Trieste è la strada principale del centro della città di Caserta si estende per 1130 metri. Parte da Pizza IV Novembre, dove si trova il Monumento ai Caduti di Guerra (o Arco di Trionfo): è un arco di trionfo in marmo bianco con in cima una statua che rappresenta la Libertà e la Vittoria. Fu fatto costruire in epoca fascista per celebrare gli eroi della prima guerra mondiale.

Sempre attraversando Corso Trieste incontriamo Piazza Dante (o Piazza Margherita), una delle piazze più antiche di Caserta, ritenuta il “salotto” della città. Ha una forma simmetrica che è costituita da quattro palazzi con bei portici tutti uguali che ospitano un antico caffè e le sedi del Circolo Sociale e del Circolo Nazionale.

Il corso termina dinanzi la Reggia, in Piazza Carlo III che è una delle piazze più grandi d’Europa, superiore persino a piazza San Pietro. Negli ultimi anni la piazza, che prima era intersecata da strade aperte alla circolazione veicolare, è stata sottoposta ad un lungo restauro, allo scopo di farla tornare al progetto del Vanvitelli.

Proprio al Vanvitelli è dedicata un’altra delle principali piazze della città: Piazza Vanvitelli, appunto, dove si trova il Palazzo Vecchio o Palazzo Acquaviva, l’antica sede dei conti e dei signori di Caserta, fu abitato anche provvisoriamente da Carlo III di Borbone sino al completamento della Reggia. Oggi ospita la Prefettura e la Questura di Caserta. Qui si trova anche il Palazzo della Banca d’Italia: edificio, dalla facciata che si sviluppa in lunghezza più che in altezza, ha un grande ingresso principale mentre la parte superiore si conclude con un timpano triangolare all'interno del quale vi è un orologio. La piazza è costituita per lo più da una grande villa comunale con al centro un monumento a Luigi Vanvitelli e una grande fontana. Il Monumento a Luigi Vanvitelli è stato fatto costruire dallo scultore Onofrio Buccini ed inaugurato nel 1879: raffigura il Vanvitelli con la mano destra ad indicare il Palazzo Reale e con la sinistra a stringere i suoi progetti.

A Caserta c’è anche la casa di Vanvitelli: si tratta di Palazzo delle Quattro Colonne, situato nel tratto di corso Trieste che collega piazza Dante ai giardini della Flora. La sua edificazione risale al 1700 e deve il suo nome per la sua facciata con quattro colonne (due per lato). Vanvitelli qui vi ha vissuto per oltre vent'anni fino alla sua morte.


Il Duomo e la Cattedrale di San Michele Arcangelo a Caserta

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Duomo di Casertavecchia dentro

La venuta dei Borbone ha indubbiamente cambiato le logiche della città. Oggi Caserta vede le sue due chiese maggiori dedicate entrambe all’Arcangelo San Michele: il Duomo di Casertavecchia e la Nuova Cattedrale.

Il duomo di San Michele Arcangelo è il principale luogo di culto di Casertavecchia, fino al 1841 cattedrale della diocesi di Caserta. È senza dubbio l’edificio più bello e importante della città. Fu fatto costruire a partire dal 1113 dal vescovo Rainulfo e terminato nel 1153. Esso rappresenta una delle opere più felici di architettura romanica campana giunte fino a noi e ha un altissimo valore artistico e storico per via dei diversi stili coi quali è stato edificato, ovvero lo stile siculo, quello normanno, quello arabo e infine quello romanico. La facciata a spioventi è caratterizzata da tre ampi portali che presentano sculture zoomorfe. Il prospetto meridionale è decorato con losanghe marmoree, mentre il lato opposto è caratterizzato da forme ellittiche. Tra il 1206 e il 1216 fu aggiunto il transetto a tre campate. Il tiburio è stato eretto circa un secolo dopo, nella metà del Duecento e presenta influssi siculo-musulmani che l'accomunano alla Cattedrale di Salerno risalente allo stesso periodo. L'interno della chiesa presenta una pianta a croce latina in cui le tre navate sono separate da 18 colonne di spoglio sovrastate da archi a tutto sesto. Si accede al transetto attraverso un arco a sesto acuto, la zona absidale si articola in tre absidi. Sull'altare è presente un crocifisso ligneo del 1500. Le colonne e i capitelli ionici, corinzi e compositi, tutti diversi l'uno dall'altro provengono da antichi edifici di età romana. Nella piccola Cappella trecentesca sono rimasti integri gli affreschi e in una nicchia nel muro perimetrale della chiesa, regna la scultura policroma di Maria Santissima Regina. Tra la navata e il transetto è integro anche un affresco del ‘400 di influenza senese che rappresenta la Vergine col Bambino.

La Cattedrale di San Michele Arcangelo, conosciuta anche come duomo, è l’attuale sede vescovile della diocesi di Caserta. L’edificio si trova su una precedente chiesa dedicata all’Annunziata (1300), facente parte del convento del Carmine, nell’attuale irregolare Piazza Duomo. Protagonista nei secoli di numerose ristrutturazioni, si presenta con uno stile interno puramente barocco. La facciata principale è caratterizzata da un'ampia scalinata in pietra di Bellona e si articola in due ordini. Le due nicchie presenti nella parte alta della facciata ospitano le statue in gesso di San Michele Arcangelo a sinistra e San Sebastiano a destra. I tre portali di ingresso conducono ad una struttura a tre navate scandite da colonne. La copertura della navata principale è costituita da cassettoni decorati in stucco. Tra la navata e il transetto si trovano diverse tele del ‘600. La zona dell'abside è invece affrescata con la tavola dei dodici apostoli e alcuni episodi biblici. Appena sotto l'abside sono situate le cripte: un sistema di ambienti antichi e moderni, progettati e restaurati di recente, che ospitano reperti archeologici, opere d'arte di artisti contemporanei, le tombe dei vescovi della diocesi e, soprattutto, in una grande arca metallica, la formella in terracotta incisa con il segno della Croce dal santo padre Giovanni Paolo II, che l'ha anche firmata, durante la sua prima visita apostolica nella cattedrale casertana. Il percorso sotterraneo delle cripte si conclude in un piccolo giardino pergolato, luogo di sosta e di preghiera.


Casertavecchia: centro di potere prima dei Borbone

Casertavecchia è un borgo medioevale che sorge alle pendici dei monti Tifatini a pochi chilometri di distanza da Caserta. Le sue origini sono ancora incerte, ma secondo alcune informazioni estrapolate dagli scritti di un monaco benedettino, già nell’861 d.C. si parla di un nucleo urbano denominato Casa Hirta (dal latino: “villaggio posto in alto”).

Per tutto il Medioevo fino alla metà del 1400 è stato il luogo dove si concentrava il potere politico e la vita cittadina. All’epoca delle incursioni saracene gli abitanti e il clero delle zone circostanti trovavano in Casertavecchia, protetta dalle montagne, un rifugio sicuro.

Subì diverse dominazioni, ma è con quella normanna che vede il massimo splendore. Durante questo periodo, infatti, viene costruito l’attuale duomo di San Michele Arcangelo.

Con la dominazione aragonese, invece, il borgo inizia la sua lunga e progressiva decadenza: a Casertavecchia restano solo il vescovo e il seminario.

Ma è con l’avvento dei Borbone e la costruzione della Reggia che Caserta diventa il nuovo centro di tutte le attività a discapito di Casertavecchia, alla quale, nel 1842, viene tolto il vescovato, anch’esso trasferito a Caserta.

Nel 1960, l’insediamento di Casertavecchia è stato inserito nella lista dei monumenti nazionali italiani. Da allora il borgo è diventato meta di interesse turistico: il Duomo, il campanile, i resti del castello e le strade dell’intero borgo ricordano lo splendore di un tempo che fu.

Spesso centro di manifestazioni folklorestiche, a Casertavecchia si parla di una leggenda riguardante le fate e la cattedrale. Si pensa infatti che sia stato grazie al loro se la costruzione della cattedrale poté finalmente essere ultimata.


Monumento ai caduti di Caserta nella guerra per la liberazione dal fascismo

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Monumento ai caduti di Caserta nella guerra per la liberazione dal fascismo

Testimonianza del regime fascista a Caserta, oltre al Monumento ai Caduti, è la Casa del Fascio. L’edificio fu progettato nel 1937 e destinato, all’inizio, ad ospitare la Confederazione Fascista dei Lavoratori dell’Agricoltura. Fu poi modificata per diventare ufficialmente Casa del Fascio per ospitare gli uffici del regime.

Con la resa di Caserta si sottoscrive la fine della campagna di Italia e la definitiva fine delle forze nazifasciste nella penisola durante la seconda guerra mondiale. In questo periodo storico, Caserta è una tra le città decorate al valore militare per la guerra di liberazione, insignita della medaglia d’oro al merito civile e della medaglia di bronzo al valore militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l’attività nella lotta partigiana.

Dell’Ex Casa del Fascio è stata da pochi anni conclusa l’opera di restyling, la costruzione ospita oggi al piano terra un ristorante, un centro di bellezza e un centro di design mentre ai piani superiori sono ospitati alcuni uffici privati.


Cosa vedere a Caserta: oltre la Reggia c'è di più

Caserta è il terzo capoluogo e dista 36 Km da Napoli. Nota principalmente per la sua imponente Reggia Borbonica, anche detta la Versailles d’Italia, patrimonio UNESCO e fiore all’occhiello della città. Ma Caserta offre anche altri punti d’interesse dei quali vale la pena parlare e conoscerne la storia se si decide di passare del tempo nel capoluogo di provincia.