Le ville da visitare del Miglio d'Oro

20210130021826VillaCamp.jpg

Il Miglio d'Oro è un tratto di strada che originariamente si estendeva da Ercolano a Torre del Greco, ma che con il passare del tempo è stato esteso al tratto di strada che porta dalla zona est di Napoli ai paesi vesuviani suddetti.

L'accezione "d'Oro" è da riferirsi all'alternarsi delle bellissime ville della nobiltà partenopea che spesso sceglievano questo luogo come un luogo di vacanza e riposo a due passi dal mare.

Come suddetto il vero Miglio d'Oro comprendeva una serie di edifici e ville che dalla Villa De Bisogno di Casaluce, su Corso Resina 189 a Ercolano arrivava a Palazzo Vallelonga di Torre del Greco ma negli ultimi anni la lista di edifici si è allungata a circa 122 costruzioni.

Le più belle ville della nobiltà napoletana sono tutte racchiuse in questo tratto di strada di pochi chilometri. Scopriamo insieme le più belle da visitare.

Villa Giulia

Nel 1760 Don Domenico di Sannicandro, gentiluomo al servizio del Regno di Napoli, insieme a sua moglie donna Giulia de Capua,  affidò a Francesco Collecini, la realizzazione di una villa (Villa Giulia) per la propria famiglia a due passi dalla Reggia di Portici nel luogo della masseria Cattaneo a Barra subito dopo il territorio cittadino.

Il progetto di partenza venne realizzato da Luigi e Carlo Vanvitelli, che intervennero perlopiù sull'impianto della facciata in stile rinascimentale. La facciata è racchiusa da una balaustra, ornata da un fregio centrale ed uno stemma che si apre su tre ordini sovrapposti: l'alto basamento a bugnato piatto, il primo piano con un ritmo di balconi e finestre sormontati da timpani triangolari ed incorniciati da nicchie alla suddetta maniera rinascimentale e il secondo piano caratterizzato da finestre a ridotte dimensioni rettangolari. L'intera facciata è delineata da lesene giganti, che le conferivano una maggiore assialità e simmetria, al centro della quale, si ergeva il portone d'ingresso barocco affiancato da due paraste in stile barocco.

Di notevole impatto sono i giardini della villa che presentavano delle specie arboree rarissime che ancora oggi fioriscono prosperose. Nel 1886 ci furono dei notevoli lavori di restauro che portarono la villa ad un livello più elevato e degno del re di Napoli. Di spicco furono i lavori di sistemazione del secondo piano con decorazioni di Ignazio Persico e Salvatore Cepparulo.

Villa d'Elboeuf

Villa d'Elboeuf è la prima delle ville vesuviane, in ordine cronologico. Edificata nel 1711 dal duca d'Elboeuf, sul progetto dell'architetto Ferdinando Sanfelice. L'edificio inizialmente si presentava su due livelli. La facciata principale è rivolta verso il mare e formata due portali, a cui di accedeva da una doppia scala ellittica con balaustra in marmo e piperno.

Si narra che nel 1738 Carlo di Borbone, in visita alla villa, si innamorò di quei luoghi e fece costruire nelle vicinanze la Reggia di Portici. Nel 1742 il re acquistò la villa, trasformandola in una sorta di dépendance per la vicina Reggia, costituendone il vero approdo marittimo per gli ospiti che giungevano a Portici via mare.

Dopo Carlo di Borbone, un altro re napoletano, Ferdinando IV ampliò il complesso facendo costruire il Bagno della regina, una costruzione ad emiciclo di due piani che si protendeva verso il mare.

Nel 1839 con la costruzione del tratto di ferrovia che univa Napoli a Portici si è venuto a creare un disagio architettonico nel complesso della Villa d'Elboeuf, separando la costruzione dal parco retrostante isolandola definitivamente dal contesto cittadino e avviandola al declino. Negli ultimi anni la Villa è stata posta ad un rigoroso lavoro di restauro.

Villa Riario Sforza

Villa Riario Sforza o Villa Aprile è la più grande delle ville che appartengono all'elenco delle ville vesuviane del Miglio d'Oro. Commissionata dal duca Girolamo Riario Sforza sul lembo di strada più suggestivo del Miglio d’Oro.

La struttura originaria era famosa in tutta Napoli tanto che nel 1792, Carlo Celano la descriveva come la più grande e magnificente villa di tutta Napoli e dintorni. La grandezza della villa era da attribuirsi anche al grande giardino che la circondava in cui risplendevano una grande peschiera adornate con diverse sculture di influenza neoclassica, dei tempietti, delle ninfee ecc.

Nel corso degli anni la villa ha visto il susseguirsi di diverse personalità di spicco politico e del jet-set.

Villa Campolieto

Nel 1755 Lucio di Sangro, duca di Casacalenda, commissionò la progettazione di Villa Campolieto a Mario Gioffredo, ma poi l'opera fu affidata a Luigi Vanvitelli, a cui successe il figlio Carlo.

L'impianto è a croce greca quadrangolare con al centro una cupola illuminata da quattro finestre ovali, con un porticato circolare con archi a tutto sesto sul piazzale retrostante.

La facciata anteriore con due ordini di finestre, con quelle del piano nobile decorate da timpani triangolari, corredata da un bugnato liscio. La facciata posteriore, che riprende gli elementi di quella anteriore. Il porticato sul retro è a ferro di cavallo per meglio congiungersi al corpo di fabbrica antistante. Il Vanvitelli supervisionò anche le decorazioni interne, tra le quali figurano opere di Jacopo Cestaro, Fedele Fischetti, Gaetano Magrì.

Villa Durante

Villa Durante, indicata sulla mappa del Duca di Noja come “Podere e Casino del Principe di Teora”, viene considerata opera di Ferdinando Sanfelice.

L'edificio ha un'insolita pianta triangolare ed occupa l'intero lotto di riferimento. La forma che ne è esce è asimmetrica e fa sì che si creino due ingressi separati a due aree diverse della stessa corte. Per ovvie ragioni di spazio il maestoso giardino della villa venne realizzato sull'altro lato della strada al quale si accedeva attraverso un maestoso portale in piperno.

Villa Favorita

Villa Favorita, nota anche come la Real Villa della Favorita, è una delle ville più note sita nel comune di Ercolano. Realizzata su progetto di Ferdinando Fuga nel 1768, divenne dimora reale nel 1792 quando fu acquistata da Ferdinando IV di Borbone.

L'edificio presenta una facciata a due piani scandita da coppie di lesene che vengono interrotte dai portali laterali in piperno e dalle due finestre centrali, che annunciano la presenza del grande del salone ellittico. L'elemento più significativo è la grande scale semicircolare della facciata posteriore che mette in comunicazione la villa con il parco retrostante.

Addentrandoci tra i locali della villa quello che risalta subito agli occhi è il grande gusto per le decorazioni che variano dallo stile a seconda del tempo e dell'ospite di riferimento, passando dalle classiche vedute del Golfo di Napoli a motivi arabeggianti oppure orientali. Il salone centrale ellittico era ornato con un maestoso pavimento a mosaico, proveniente dai resti della villa di Tiberio a Capri. 

Il Parco sul Mare della Villa Favorita, è l'area verde storica più grande di questo lato del golfo di Napoli, nel quale faceva sì che si affacciasse il Miglio d'Oro. Proprio al termine del parco c'è l'approdo borbonico, costituito da due locali, davanti ai quali è collocata una piccola esedra da cui si accede al molo.

Villa Signorini

Villa Signorini, nel comune di Ercolano, fu realizzata nella seconda metà del Settecento. Lo stile utilizzato richiama in qualche modo le architetture di Domenico Antonio Vaccaro. Nel 1911 venne acquistata da Paolo Signorini, proprietario della Cirio, dal quale prende il nome.

La morfologia è a pianta quadrata, con un grande portale di ingresso, in bugnato di piperno. È una delle poche ville vesuviane del Miglio d'Oro a conservare la volumetria originale. L'interno consta di un piano nobile raffinatamente decorato con alcuni con affreschi alla maniera dell'epoca con finte architetture prospettiche tra cui la vicina Villa Campolieto o la Reggia di Portici.

Il giardino di Villa Signorini presenta percorsi tra eleganti giardini all'italiana, agrumeti e specie arboree spesso esotiche tra i quali perdersi amabilmente.

Villa De Bisogno di Casaluce

Della villa De Bisogno di Casaluce, abbiamo una scarsa documentazione ma ha una notevole memoria storica e merita di essere menzionata. Infatti si tratta della villa che dava inizio all'originario Miglio d'Oro che da questa villa arrivava fino a Torre del Greco, deliziando i turisti con il susseguirsi di ville e giardini di pregevole fattura.

La villa è costituita da un corpo di fabbrica a corte aperta su tre livelli, che però oggi vede la presenza di diverse superfetazioni. La grandezza passata della villa però si evince ancora dalla facciata e dai suoi stucchi che incorniciano ogni elemento, dalle finestre al portone, fino agli affreschi della volta dell'androne di ingresso

La villa è appartenuta alla ricca famiglia dei mercanti De Bisogno

Villa delle Ginestre

La Villa delle Ginestre, nota anche come Carafa d'Andria-Ferrigni, rientra in questo elenco ma devia leggermente dal percorso del Miglio d'oro. Mi perdonerete questo piccolo excursus ma l'importanza storica di questa villa vesuviana non poteva essere minata da una mera questione geografica.

Infatti la villa è legata alla figura di Giacomo Leopardi, che qui trascorse parte della sua vita e dove vi compose la celebre opera La ginestra, da cui la villa ha ormai preso il nome.

L'edificio fu costruito agli inizi del Settecento dal canonico Giuseppe Simioli. Nel 1836 Antonio Ranieri, cognato dell'allora proprietario Giuseppe Ferrigni, vi ospitò l'amico Giacomo Leopardi, il quale scrisse diversi Pensieri, Il tramonto della luna e la suddetta ginestra

L'edificio ha una pianta a forma quadrata e si eleva per due singoli livelli. Solo nel 1907 vennero effettuati dei lavori di rimaneggiamento della fabbrica iniziale alla quale fu aggiunto un portico, di chiara connotazione neoclassica.

Palazzo Vallelonga

Il Palazzo Vallelonga venne realizzato alla fine del Seicento ad opera del marchese di Vallelonga. Oltre cento anni dopo dal primo insediamento il nuovo marchese di Vallelonga decise di ampliare e trasformare il rudimentale palazzo seicentesco in edificio Settecentesco affidando a Camillo Napoleone-Sasso i lavori di ristrutturazione nel 1843.

Il nuovo fabbricato incorpora i volumi dell'edificio seicentesco, affacciandosi sul Miglio d'Oro con un elemento longitudinale, formato da un basamento sul quale poggia il piano nobile. Gli elementi di  maggiore rilievo architettonico dell'edificio erano il prospetto principale con le sue finestre decorate, la scala in stile neoclassico attribuita, con ogni probabilità, a Luigi Vanvitelli e diversi locali affrescati tra cui anche alcune pareti dipinte da Crescenzo Gamba.

Dopo decenni di abbandono, il cosiddetto "Palazzo" del Miglio d'Oro, venne ristrutturato nel 1982 dal professor Roberto Di Stefano che ne conservò l'aspetto originale, consolidando quello che ne rimaneva e ricostruendo le parti crollate o demolite dell'antica fabbrica.

Storicamente il Palazzo Vallelonga a Torre del Greco chiude idealmente il percorso del Miglio d'Oro.