Lo struscio del Giovedì santo, la sua origine.

Il termine struscio nella tradizione napoletana indica da sempre il semplice passeggiare. Ma in realtà questo termine in pieno settecento assunse una connotazione molto particolare in relazione alle festività pasquali; infatti il grande fervore religioso del popolo napoletano, il suo accalcarsi in massa tra le strade cittadine per visitare le “ sette chiese” il giorno del Giovedì santo, portò il termine struscio ad indicare quel rumore di strofinio delle scarpe al suolo, o degli abiti dei passanti, così come ci spiega la scrittrice Matilde Serao nella sua opera La Madonna e i santi:

“Ha un’origine tutta musicale, perché viene dal fruscìo che fanno i piedi mollemente smossi e le gonne seriche delle donne”
Matilde Serao

Via Toledo, Napoli NA

Lo struscio del Giovedì santo, significato cristiano e pagano

La religiosità popolare napoletana convive da sempre con istanze pagane,e l’intrecciarsi di sacro e profano non manca certamente nelle festività pasquali: la Pasqua arriva insieme alla primavera, nel periodo della fertilità; vedremo come lo stesso struscio del giovedì santo è in stretta relazione con una numerologia ben determinata che trova tra il sacro e il profano la sua collocazione. Il rito del Giovedì Santo prevede l’adorazione del Santissimo Sepolcro del Cristo morto e la visita da parte del fedele ad almeno 7 chiese principali della propria città. Il numero 7 infatti essendo un numero altamente sacro, corrisponde per assonanza ai 7 gradi della perfezione, alle 7 sfere celesti, ai 7 rami dell’albero cosmico. Ma ha anche a che fare con istanze cosmologiche: il numero 7 indica anche i 7 maggiori pianeti del sistema solare, indica infine il rinnovamento umano e spirituale. Lo struscio del giovedì santo, come abbiamo visto, stava ad indicare il giro che il popolo napoletano doveva compiere tra le sette chiese cittadine. Ma sul numero esatto delle chiese da visitare non tutti sono concordi, in realtà c’è anche chi sostiene che il numero di 3 chiese sia più che sufficiente a rispettare il rituale del Giovedì Santo, del resto lo stesso numero 3 ha un fortissimo significato religioso, basti pensare alla trinità, oppure al corpo, all’anima e allo spirito. Si potrebbe dunque dire che in realtà non c’è mai stata una regola univoca per il numero di chiese da visitare durante lo struscio, il senso comune del sentimento religioso popolare consigliava in linea di massima una visita mai superiore a 7 chiese e mai inferiore a 3. Lo struscio del giovedì santo è stato per tutto il ‘700 un giorno importante per il popolo napoletano, non tanto per l’alta borghesia o per l’aristocrazia, ma anche per le classi più umili, le quali si riversavano per le strade cittadine indossando i loro abiti migliori. Insomma per molti anni, fino all’800, la Pasqua è stata un’occasione per i napoletani benestanti di mostrare il loro sfarzo e la loro agiatezza e via Toledo fu il palcoscenico preferito per mettere in scena questo peculiare spettacolo folcloristico.