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Tra i più raffinati ambienti barocchi della città di Napoli, spicca Via Costantinopoli. Immersa tra due naturali fossati in cui si raccoglievano le acque e che fungevano da barriere, Via Costantinopoli aveva la forma di una piazza molto allungata e raccolta tra sontuosi palazzi in stile barocco, tra i quali per la preziosità dei materiali e la complessità delle forme raggiunge l'apice Palazzo Firrao insieme alle chiese che sono tra le più belle di tutta la città partenopea.


Clero e nobiltà: lotta all'espansione di Napoli

La chiesa di Santa Maria della Sapienza è il massimo grado di rispetto del perimetro per lo spazio pubblico grazie alla doppia facciata che chiude sulla strada con la rampa d'accesso. Le colonne binate richiamano invece la loggia di Palazzo Maddaloni. Via Costantinopoli, piazza Bellini e Napoli centro in generale pullulano di storia e racconti e ciò si ritrova appunto nei monumenti e nelle costruzioni. Nobili e clero lottarono nella storia della città e nell'urbanistica.

La conquista della città infatti era un modo per dare prestigio all'ordine religioso o alla casa nobiliare a cui si apparteneva. Nel 1700 questa competizione divenne una vera e propria battaglia anticlericale a causa della nascita di fabbriche religiose. Nel 1800 i beni ecclesiastici confiscati dallo stato furono trasformati in istituzioni civili. Il Convento di San Giovanni diventa così nel 1878 l'Accademia delle Belle Arti. Vent'anni più tardi si abolisce il chiostro della Sapienza per dare vita alle cliniche universitarie. Il Convento di s. Antoniello in piazza Bellini viene trasformato in civili abitazioni mentre la realizzazione delle due parallele di via Pessina e via Bellini procedette in maniera più lenta fino alla fine del secolo.

 Inizialmente furono proposti vari progetti, in seguito il Comune stipulò una convenzione con il costruttore Enrico Hetch. Via Bellini, che doveva essere inizialmente concepita come la spina del quartiere delle classi borghesi, divenne inizialmente il raccordo tra il Museo e Piazza del Gesù. La realizzazione della Galleria Principe di Napoli terminò invece nel 1883.Nel 1852 Gaetano Genovese, architetto municipale, propose la demolizione delle fosse del grano per permettere il prolungamento di via Toledo fino al palazzo del Museo.

La proposta ebbe seguito, infatti furono avviati i lavori di demolizione degli edifici della zona, fu abbattuta anche la porta di Costantinopoli nel 1853 e fu aperta il 30 maggio dello stesso anno la salita delle Fosse del Grano. La Galleria del Principe fu costruita in muratura, con una copertura in ferro e vetro. È costituita da tre bracci, ognuno dei quali termina con un'uscita. Era prevista anche la costruzione di un quarto braccio, ma non fu possibile realizzarlo per la presenza della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.

Di fronte al Museo archeologico, l'uscita della galleria si inserisce in un ampio porticato. È singolare notare che le tre uscite della galleria sono caratterizzate da scalinate di lunghezze diverse, a causa del dislivello presente tra la varie strade sulle quali la galleria si affaccia. L'area di Costantinopoli resta dunque, anche se di limitata estensione, luogo della città di Napoli dal carattere estremamente singolare.