Una veste completamente nuova per un museo dalla storia importante come quello dell’Accademia di Belle arti di Napoli.

Una pinacoteca che torna ad essere ricchezza culturale e incubatore di idee per studenti, studiosi, cittadini e turisti che potranno di nuovo tornare a conoscere l’immenso patrimonio artistico di un’istituzione come l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Istituzione che dal 1752 ha formato e ospitato svariate generazioni di artisti italiani e stranieri e che oggi rappresenta una porta d’ingresso per il complesso mondo dell’arte. 

La nuova Galleria dell’Accademia di Napoli. Un patrimonio protetto dalla fine dell’Ottocento

Come già detto la fondazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli risale alla metà del Settecento mentre l’istituzione permanente di una pinacoteca all’interno dell’attuale palazzo è del 1891.

In quel periodo il direttore dell’accademia era Filippo Palizzi, tra i maggiori esponenti della pittura verista del XIX secolo e anche parte di una famiglia di pittori tra le più importanti e prolifiche del Sud Italia.

Non a caso un lascito generoso di opere fa parte proprio del cosiddetto fondo Palizzi, da lui pensato e donato nel corso del 1896. Oltre ai tanti dipinti del maestro abruzzese la collezione permanente dell’accademia già comprendeva pitture e disegni di grande personalità del mondo dell’arte: da Giandomenico Tiepolo al pittore francese Jean-Baptiste Camille Corot, da Jusepe de Ribera a Luca Giordano.

Oltre la pinacoteca storica, all’interno dello stesso edificio vi è anche la gipsoteca, che raccoglie sculture principalmente in gesso particolarmente rare e di gran pregio. Tali opere si affiancano a quelle della galleria e sono particolarmente importanti per gli studenti e per diverse attività didattiche. Quattro grandi sale compongono la gipsoteca che è divisa così per categorie tematiche: Galleria delle statue, Sala del sacro, Sala degli eroi, Sala degli Dei.

Il patrimonio di un’istituzione come l’Accademia di Belle Arti non è solo ricco di capolavori d’arte antica ma anche di contemporaneità con acquisizioni sempre più recenti, nuove mostre, attività didattiche e con collezioni d’arte moderna che coprono tutto il Novecento fino ai giorni nostri. 

Una nuova identità per la GAN, dall’allestimento alla comunicazione visiva

L’obiettivo principale portato a termine dai due curatori Federica de Rosa e Marco di Capua è quello di porre l’accento sull’identità storica delle collezioni già presenti e di indagare sulla rilevanza dell’Istituzione accademica con tutti i suoi cambiamenti nel tempo.

È così che si sviluppa la nuova GAN, totalmente rinnovata grazie all’allestimento di Lucio Turchetta e alla comunicazione visiva di Enrica D’Aguanno. Insieme mettono in scena una narrazione precisa, che scava profondo nei tempi, nei temi, nello stile e nelle personalità di ogni singolo autore, facendo grande attenzione alle dinamiche culturali di allievi e maestri.

Si riscoprono così artisti dimenticati e nuovi protagonisti della scena contemporanea, in un intenso e profondo dialogo tra ciò che è più antico e ciò che è più vicino al nostro tempo.

Infine, con grande attenzione alle nuove esigenze museali in termini di ripartizione degli spazi nasce anche lo “Spazio Lea Vergine” , una zona che sarà esclusivamente dedicata alla progettazione di mostre temporanee, dibattiti e presentazioni.

Scelta che consolida l’azione di centro culturale, museo e laboratorio di ricerca che l’Accademia di Belle Arti di Napoli intende esercitare sulla scena dell’arte italiana.

La nuova galleria è già pronta per accogliere studiosi e turisti da tutto il mondo, un’apertura che ti farà entrare nel mondo accademico dell’arte fatto di tradizione, ricerca e sperimentazione.