Sito Unesco all'interno del parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Cilento, terra di miti e leggende, riti religiosi e profani, che svela nelle sue feste che si ripetono immutate da centinaia di anni. Caratterizzato da un paesaggio mutevole: si passa dalle coste con spiagge a quelle ricche di scogliere, per poi passare alle montagne e i suoi borghi in altura.

Il toponimo Cilento (Cis Alentum) “al di qua dell’Alento”, storicamente indicava la porzione di territorio noto come Baronia del Cilento che si sviluppava proprio a partire da questo fiume che sfocia a mare tra Ascea a Casal Velino. A partire dal ‘500, il termine passò ad indicare un ambito territoriale sempre più vasto, sino a comprendere le aree delimitate a Nord dal fiume Sele, a Sud dal Golfo di Policastro e ad Est dal Vallo di Diano.

Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è il parco mediterraneo per eccellenza grazie alla tipologia ambientale che lo contraddistingue: macchia mediterranea con lecci, ulivi, pinete. Conserva resti di tutte le civiltà che si sono affacciate su questo mare: dal Paleolitico agli insediamenti di Paestum e Velia, rocche medievali, fini al capolavoro barocco della Certosa di Padula. Situato sulla costa del Mar Tirreno, è oggi un paesaggio vivente che mantiene un ruolo attivo nella società contemporanea ma conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato: organizzazione del territorio, trama dei percorsi, struttura delle coltivazioni e sistema degli insediamenti.

Dati tutti questi fattori e la rilevanza internazionale che hanno acquisito i siti archeologici di Paestum e Velia, come anche la Certosa di Padula, il territorio del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano nel 1998 si è guadagnato il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità UNESCO e nel 2010 Primo Geoparco Italiano UNESCO.


La storia del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni nasce nel dicembre del 1991 e nel 1995 è istituito l’Ente per la sua gestione con sede a Vallo della Lucania. L’area protetta, con un’estensione di 1800 ettari, è interamente compresa nella provincia di Salerno. L’Ente, fin dalla sua nascita, ha scelto come logo la primula di Palinuro, una specie vegetale endemica a rischio di estinzione che cresce sulle falesie delle coste cilentane.

Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è iscritto tra le aree del Programma MAB dell’UNESCO dal 1997, in quanto “riserva della biosfera”. Le riserve della Biosfera MAB UNESCO sono finalizzate alla protezione degli habitat naturali e della biodiversità ed alla promozione delle sviluppo armonico e sostenibile tra natura e cultura, ovvero tra uomo e ambiente.

Il territorio del Parco offre un panorama diversificato che comprende coste sabbiose e a scogliera che si estendono tra il Golfo di Salerno e il Golfo di Policastro ed un entroterra in prevalenza collinare in cui sono presenti le vette del gruppo dei Monti Alburni, alcune delle quali superano i 1700 metri di altitudine. Il terreno carsico caratterizza la regione e determina la presenza frequente di grotte, sia nell’interno collinare e aspro sia sulla linea di costa tra Palinuro e Scario. Boschi di pini, lecci e castagni si alternano ad ampie aree di macchia mediterranea.

La sua fauna è ricca di specie rare ed endemiche, fra queste: le lontre, il gatto selvatico, il lupo, il falco pellegrino e l’aquila reale. Il Parco è impegnato tutto l’anno in progetti speciali di protezione e reintroduzione della fauna mirata ad alcune specie a rischio di estinzione.


I siti archeologici di Paestum e Velia

Agli inizi del VI sec. a.C., colonie di Achei provenienti di Sibari fondano la città di Poseidonia, una delle colonie più ricche della Magna Grecia. La città ancora oggi conserva gran parte della cinta muraria che si estende per 4.7 km: parte dall’area dell’Agorà con l’Heroon e i tre templi c.d. di Cerere, Nettuno e la Basilica.

Intorno al 400 a.C., genti Sannite, spinte da necessità economiche, si impossessarono della città, che poi fu rubata a loro, alla fine del III sec. a.C., dall’avanzata Romana: nacque così la colonia di Paestum. Il suo Museo Archeologico conserva, fra le sue vaste collezioni, lo straordinario Ciclo di Metope proveniente dal Santuario di Hera Argiva: le Tombe dipinte di epoca Lucana e la famosa Tomba del Tuffatore, unica testimonianza esistente della pittura greca classica.

Più a sud di Poseidonia, intorno al 540 a.C., un gruppo di esuli Focei in fuga dall’avanzata Persiana fondarono Velia, in greco Elea. L’impianto urbano si sviluppò su un promontorio affacciato sul mare, dove venne posta l’acropoli. Fu municipio romano e subì distruzioni saracene.

Ad Elea si sviluppò una scuola filosofica presocratica, la scuola eleatica, i cui fondatori furono Parmenide e Zenone. La scuola si fonda sul “ciò che è”, su come l’uomo possa conoscere le verità del mondo soltanto attraverso la conoscenza razionale.

Oggi di Velia è possibile visitare il tempio ionico, la torre angioina, le Terme Adrianee. Di particolare importanza è la Porta Rosa e la sua strada monumentale che risale al 350 a.C. ed è considerata il più antico esempio di arco a tutto sesto prodotto dall’architettura greca.


La Certosa di Padula

Con la caduta dell’Impero Romano e l’inizio del Medioevo, nel Cilento sorgono un po’ ovunque torri, castelli, pievi e monasteri, soprattutto in aree sopraelevate che determinano un nuovo rapporto tra zone di valle e zone montane.

Tra questi la monumentale Certosa di San Lorenzo a Padula, fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino Conte di Marsico. La Certosa sorge sulla sommità di un colle che guarda panoramicamente sul Vallo di Diano: in stile Barocco, è uno dei monasteri più grandi d’Italia e ha il chiostro più grande del mondo, nel 1882 è stato riconosciuto monumento nazionale. All’interno si trova il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, i cui reperti provengono da Sala Consilina e Padula.