Disponibile on-demand dal 15 dicembre sulla piattaforma Netflix l’ultima fatica del regista partenopeo Paolo Sorrentino, È stata la Mano di Dio, attualmente in corsa per gli Oscar 2022 come Miglior Film Straniero.

Un film fortemente autobiografico che ci racconta uno spaccato importante ed intenso della vita adolescenziale del regista e della sua Napoli. Il film è infatti girato quasi interamente tra Napoli e dintorni (con l’eccezione di alcune scene in Sicilia ed Abruzzo).

Sorrentino, attraverso gli occhi del protagonista Fabio Schisa (interpretato da Filippo Scotti), racconta la sua adolescenza, il suo amore per Maradona (a cui è dedicato anche il nome del film) e la tragica morte dei suoi genitori (uccisi da esalazioni di monossido di carbonio).

Se dopo aver visto il film siete a Napoli e volete conoscere dove sono state girate alcune delle scene principali, continuate a leggere e scoprite insieme a noi i luoghi di È stata la Mano di Dio.

Cover credits: Wikipedia

Ho fatto quello che ho potuto, non credo di essere andato così male.
Diego Armando Maradona

Inizio del film sul Golfo di Napoli e il Lungomare

Il film si apre così, sullo splendido mare del Golfo di Napoli, dove sovrasta la scritta con questa frase di Maradona. Una dedica al suo idolo ma forse anche una maniera del regista per presentare al pubblico il suo film e dirgli che, vada come vada, lui sa di aver fatto ciò che doveva e si ritiene soddisfatto.

La bellezza del blu del mare viene poi interrotta dal rumore di un elicottero, ma solo per pochi secondi. Qui segue un lungo piano sequenza che mostra allo spettatore la bellezza della città dal Lungomare di Napoli.

La città appare da lontano, all’alba, svegliandosi su Castel dell’Ovo e la Riviera di Chiaia, sugli alberi di Mergellina e Posillipo, fino all’isola di Nisida. Di improvviso la macchia da presa si concentra su un’automobile, al bordo della quale scopriremo esserci San Gennaro (interpretato da Enzo Decaro).

San Gennaro e il Munaciello: tra Piazza del Plebiscito e il Miglio d’Oro

Dalla luce, si passa improvvisamente al buio, siamo in una Piazza Plebiscito anni ’80, piena di auto e bus. Qui facciamo la conoscenza di zia Patrizia (interpretata da Luisa Ranieri) che, in una calda sera d’estata, alla fermata dell’autobus viene abbordata da San Gennaro, che la porterà a conoscere il Munaciello, la figura mitologica napoletana del dispettoso monaco bambino.

L’incontro di zia Patrizia con il Munaciello avviene nella Villa del Cardinale a Torre del Greco, lungo la celeberrima Strada Regia delle Calabrie, oggi Via Nazionale. Si tratta di una delle Ville Vesuviane facenti parte del Miglio d’Oro. La scelta di questa villa per il film non è casuale: qui sulla sua sommità si trova l’edicola con la statua di San Gennaro che contempla l’infinita magnificenza del mare.

Il quartiere Vomero e la vera casa di Sorrentino

Una delle location più presenti nel film è l’appartamento al Vomero dove vive il protagonista Fabietto con la sua famiglia. Proprio in questo palazzo, Paolo Sorrentino ha dichiarato di aver vissuto per 37 anni, dalla nascita. Per la precisione l’appartamento si trova a via San Domenico. La casa usata nel film si trova al piano superiore rispetto a quella in cui ha realmente vissuto il regista.

Altra scena che fa riferimento al quartiere Vomero e alla vita del regista vissuta lì, è quella del cortile dell’istituto scolastico. Il regista ha realmente frequentato l’Istituto Salesiano Sacro Cuore in via Scarlatti. Quello che però è stato usato nel film è in realtà il cortile dell’Istituto Don Bosco alla Doganella.

Un’altra scena in un altro posto al Vomero la troviamo verso la fine, quando zia Patrizia viene internata. Nel film le scena sono girate nell’Istituto Domenico Martuscelli per non vedenti ed ipovedenti. In realtà, nella storia quello dovrebbe essere l’ex ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi, oggi Nuovo Manicomio Provinciale di Napoli.

Il casting a Napoli di Fellini e l’incontro con Maradona

Come si può intuire, Paolo Sorrentino è un grande ammiratore del regista Federico Fellini. Nel film Sorrentino racconta un episodio realmente accaduto che riguarda proprio quest’ultimo.

Durante l’adolescenza, Sorrentino ricorda Fellini che venne a Napoli a fare dei provini per delle comparse per il suo film. “Fellini riteneva che a Napoli ci fossero facce antiche e strane”. Ad uno di questi casting si presentò suo fratello Marco, che all’epoca voleva fare l’attore.

In questa occasione, Sorrentino/Fabio accompagna suo fratello che però non riscuote successo perché il regista riteneva che avesse una faccia troppo normale. Ma proprio all’uscita dai casting, in via Orazio, il giovane Sorrentino e suo fratello intravedono in auto Maradona che all’epoca abitava in via Scipione Capece. Il tutto con l’apparire sullo sfondo il golfo e il Vesuvio.

Lo Stadio San Paolo, oggi Maradona

Il film è completamente permeato dalla figura di Diego Armando Maradona. Già come si evince dal titolo che fa rifermento al soprannome (Mano de Dios) che gli viene dato in occasione del suo gol di mano contro l’Inghilterra ai Mondiali dell’86. Fabietto/Sorrentino è ossessionato dalla figura di Maradona che sarà fondamentale nella sua vita.

Di conseguenza non poteva di certo mancare tra le location del film, lo Stadio Maradona, all’epoca ancora San Paolo, nel quartiere Fuorigrotta. Nel film, grazie ai lavori di computer grafica, la struttura è stata resa com’era nel 1985.

Galleria Umberto I e via Toledo

Ad apparire più volte nel film è la Galleria Umberto I. Qui si svolge una delle scene più oniriche del film, in cui Fabietto va a spiare i movimenti di un misterioso film girato da Antonio Capuano, suo futuro mentore, ed è proprio qui che scoprirà il suo amore per la macchina da presa.

Da Galleria Umberto I ci si allunga verso via Toledo, per raggiungere precisamente il palazzo del Banco di Napoli, dove lavora il papà (Toni Servillo). Proprio tra queste strade il padre confesserà al figlio che è in questi luoghi che incontrò per la prima volta la mamma (Teresa Saponangelo), durante la guerra, dopo averla vista correre in un rifugio antiaereo tra Piazzetta Serao e Piazzetta Augusteo.

Le vacanze in famiglia sulla Penisola Sorrentina

Pur avendo Napoli come location principale, alcune scene del film sono state girate in splendidi posti nelle due costiere Amalfitana e Sorrentina tra Agerola, Massa Lubrense, Punta Campanella.

La grande casa in cui in tutta la famiglia si riunisce in estate per conoscere il nuovo fidanzato della zia di Fabio è Villa Giusso Astrapiana a Vico Equense, ex masseria abitata da monaci e che ora invece ospita eventi. Mentre, per quanto riguarda la scena di tutta la famiglia in barca che ammira zia Patrizia prendere il sole completamente nuda a prua, quella è stata girata nell’incantevole specchio d’acqua di Massa Lubrense. Infine, le scene subacquee, sono state girate a Conca dei Marini e al porto di Cetara, nella suggestiva Grotta dello Smeraldo.

Scoglio Isca: l’isola di Eduardo

Durante le vacanze al mare della famiglia Schisa, il padre di Fabio parla alla moglie di questa Isola di Eduardo, che non è altro che lo Scoglio Isca: un piccolo isolotto nel Fiordo di Crapolla, una frazione di Massa Lubrense.

Il grande Eduardo De Filippo lo acquistò nel 1947. L’isolotto è raggiungibile solo in barca ed i protagonisti arrivano proprio con la loro imbarcazione in quella zona.

Oggi l’isolotto non è più di proprietà della famiglia De Filippo, perché gli eredi l’hanno venduto alla società Antica Sartoria.

Capri insolitamente deserta

In compagnia di un nuovo conoscente, il contrabbandiere Armando, Fabietto raggiunge Capri nella notte via mare. Vanno lì per divertirsi e per poi ritrovarsi completamente soli seduti nella famosa piazzetta caprese completamente deserta. Nonostante la chiusura di tutti i locali, però, i due ragazzi incontrano Adnan Kashoggi, l’uomo più ricco del mondo, in compagnia di una famosa attrice, che insulta Fabietto per la sua occhiata troppo prolungata.

Successivamente i due ragazzi lasceranno la piazzetta per andare a fare un bagno notturno nella magnifica Grotta Azzurra.

Il Cimitero di Poggioreale

Qui si svolge una delle scene più tragiche del film: il funerale dei genitori di Fabio.

Il Cimitero di Poggioreale, per estensione ed impianto, è il cimitero principale di Napoli. Inoltre, per la conformazione complessiva, la qualità di alcune parti e il notevole apparato decorativo e scultoreo presente, esso rappresenta uno dei più importanti cimiteri europei.

Photo credits: CityClass; opera propria, CC BY-SA 3.0

Teatro Stabile Galleria Toledo nei Quartieri Spagnoli

In una scena Fabio va a teatro ad assistere alla performance di una ragazza che gli piace, Yulia, che fa l’attrice. Durante questo spettacolo finalmente incontrerà il regista Antonio Capuano (interpretato da Ciro Capano).

Il teatro in cui si svolge la vicenda è quello di Galleria Toledo, un teatro stabile d’innovazione sito nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Il nome del teatro fu scelto come richiamo all’arte (Galleria) e al luogo d’incontro e come omaggio al quartiere nel quale sorge (Toledo).

“Non ti disunire” a Posillipo

Dopo la scena del teatro segue quella finale dove avviene la lunga chiacchierata tra Fabio e il regista Capuano, che intima al ragazzo di restare e fare cinema nella sua città Napoli, mentre lui alla fine decide di scappare e cercare fortuna a Roma. Da qui il famoso grido di intimazione “non ti disunire!”.

A fare da sfondo a questa notte di parole e racconti Villa d’Abro a Posillipo, un tempo Palazzo Ranaldo: una delle ville storiche di Napoli, a poca distanza da Villa Elisa.